Una donna umile, una grande donna
Hélène Ehret è nata nel 1934 a Sewen in Alsazia, seconda di quattro figli, da una famiglia povera, ma dignitosa e con grande senso etico. I disagi della Seconda Guerra Mondiale hanno condizionato la sua crescita. La sua casa, nei pressi del confine fra Francia e Germania, era utilizzata dai militari, con tutte le conseguenze che ciò comportava.
Nel 1945, a causa di gravi carenze alimentari si è ammalata di scorbuto, soffrendo di grave debolezza fisica. Infine, quando il padre, operaio siderurgico, si ritrovò disoccupato, tutta la sua famiglia si trasferì in Borgogna, presso l’azienda agricola di un orfanotrofio.
Qui Hélène ha frequentato, insieme alla sorella Jeanne, un istituto che ospitava ragazze dai 6 ai 21 anni, fra le quali molte alsaziane con traumatiche esperienze di guerra alle spalle. I mesi trascorsi in questo ambiente hanno lascato in Hélène ricordi indelebili, a tal punto che le immagini delle sue compagne orfane all’interno della scuola residenziale hanno influenzato la sua inclinazione a sollevare le sofferenze dei bambini più bisognosi d’affetto. Dopo un nuovo trasloco, sempre in Borgogna, a 15 anni ha assistito alla morte della mamma che, dopo due anni di calvario, ha lasciato la famiglia nella disperazione.
A diciotto anni si è sposata con un italiano e si è trasferita in Italia, dove ha avuto due figlie. Ha lavorato come impiegata in un’industria tessile e una volta raggiunta l’età pensionistica si è dedicata al grande sogno della sua vita: aiutare le persone in difficoltà, e, in particolare, alleviare le sofferenze dei bambini.
“Un bel giorno del 1992 – Hélène racconta – ho deciso di scrivere a madre Teresa chiedendo come avrei potuto aiutarla. Lei mi rispose “Dio la benedica” dicendomi di rivolgermi alla Seva kendra (che significa Centro di Aiuto) di Calcutta, presieduta dal suo stretto collaboratore, l’Arcivescovo Henry D’Souza, cosa che ho fatto subito. Poco dopo ricevetti le foto e storie di 15 ragazzini di sei anni circa del Villaggio di Silda a 170 km da Calcutta, che non avevano la possibilità di frequentare una scuola se non venivano aiutati. Ci voleva un “padrino” per ognuno di loro, occorrevano 20.000 lire al mese. Non sapevo ancora come “girarmi” ma il pensiero di aiutare questi ragazzini mi attanagliava ed io, che non avrei mai sognato di “chiedere soldi a chicchessia” trovai il coraggio di avvicinare, timidamente, i miei ex colleghi di lavoro ed amici. Ciò che sarebbe stato un bel successo si è messo in moto allora.”
Hélène Ehre
Al gruppo iniziale di quindici bambini indiani, ormai diplomati e adulti, se ne sono affiancati altri 6700 nel corso degli anni e i villaggi sotto tutela di “Missione Calcutta Onlus”, di cui Hélène è fondatrice e presidente, sono almeno 40 sparsi nelle regioni del Bengala fino ai piedi delle montagne himalaiane, nelle foreste dell’Orissa, in Andra Pradesh e nel Tamil Nadu, estremo sud dell’India. E’ proprio grazie ad Hélène che i fondatori di “Coriandoli per Shanti Bhavan” hanno conosciuto ed iniziato a frequentare la scuola di Shanti Bhavan.
Una donna umile, una grande donna.